È uscito il nuovo romanzo
Romanzo che segue il punto di vista dei due protagonisti sull’amicizia e il peso delle promesse.
«Ciao Vita non è un giallo, anche se ti prende allo stesso modo. È una storia di amicizia, così tenera e dolorosa come quelle che solo Giampiero sa raccontare» – Carlo Lucarelli, Robinson
Sergio è un regista affermato, vive a Roma in una casa accogliente, con una compagna elegante e sicura di sé. Ma una sera riceve una telefonata in cui lo informano che Vitaliano, un vecchio amico che non vede da tantissimo tempo, sta attraversando la fase terminale di una rara malattia degenerativa. La notizia lo mette di fronte a un patto che si scambiarono quando erano due adolescenti inquieti e ribelli. Sergio e Vitaliano si sono conosciuti sui banchi delle scuole medie, nella Bologna degli anni Settanta, e per un decennio sono stati inseparabili: idealista, tormentato, ma studioso e posato il primo, istrionico, provocatore e animato da una vena autodistruttiva il secondo. La loro è stata un’amicizia profonda, cementata dalle passioni comuni per la letteratura, la musica e il cinema. Hanno condiviso viaggi, serate in osteria, la ferita dell’attentato alla stazione, un grande amore, la loro relazione viene persino lambita dall’ombra dell’eroina. Fino a che un momento di incomprensione profonda non li ha separati. A riavvicinarli dopo più di trent’anni è proprio la malattia di Vitaliano. La difficile decisione davanti a cui Sergio si trova – e che in diversi momenti cerca di eludere – si rivela anche un’occasione per rimettere in discussione la sua esistenza, il senso del suo lavoro e le relazioni professionali e affettive.